Guido Reni lavorò a lungo sulla figura del Cristo crocifisso con lo sguardo rivolto al cielo, stabilendo un'iconografia - spesso adottata nel solo dettaglio della testa - che ebbe enorme fortuna. In questa versione, commissionata per un oratorio a Reggio Emilia oggi non più esistente, l'artista giunse a un esito eccezionale: la figura dolente e idealizzata si staglia nella luce argentea offrendo una visione in cui, secondo Luigi Lanzi, "par bella la morte istessa".