Seguendo l'indicazione di Venere, la cui mano destra è dipinta quasi a trompe l'oeil, Cupido sta per scoccare la sua freccia verso lo spettatore, che è chiamato così a identificarsi nel committente dell'opera, Francesco I d'Este in persona. In secondo piano, Marte scopre la scena accentuando il senso di irruzione improvvisa dell'invenzione artistica nel mondo reale. Guercino dipinse questo capolavoro per il duca nel 1633, durante uno dei suoi soggiorni presso la corte di Modena.