La grande fioritura artistica della seconda metà del Duecento si manifesta con l'imponente realizzazione urbanistica della Piazza Grande di Perugia, dove prospettano il palazzo del Prior, il duomo di San Lorenzo e le due Fontane, la Maggiore e quella "in pede for", coronamento, a loro volta, del grande progetto dell'acquedotto (1255-77) che, da Montepacciano (4 km a nord della città), portava l'acqua nel cuore del centro storico. Tra il 1277 e 1278 fu realizzata la decorazione della Fontana Maggiore, complesso enciclopedico e pedagogico tra i più importanti del Medioevo, Attraverso le sculture di tre bacini (due lapidei ed uno bronzeo) il sapere, le idee e le aspettative della comunità perugina prendono vita, Sui cinquanta dittici in marmo di Carrara che ornano i venticinque specchi del poligono inferiore sono scolpiti il ciclo del mesi ei suoi lavon, episodi storici, biblici e fabulistic, sulla dodecagona vasca mediana-in pietra rosa-sono collocate ventiquattro statue, in marmo carrarese, raffiguranti personaggi legati alla storia cittadina. Al di sopra della vasca bronzea, su cul e inciso il nome del maestro fonditore Rubeo, sono poste tre figure femminili, le Portatrici d'acqua. Alcune iscrizioni completano e arricchiscono l'apparato iconografico della fontana divenendo parti integranti della decorazione. La più importante come lungo il margine inferiore della seconda vasca e fornisce il nome degli scultor Nicola e Giovanni Pisano, dell'architetto fra' Bevignate, del maestro idraulico Boninsegna e la data di completamento dell'opera, 1278, Dal punto di vista stilistico la maniera aulica di Nicola, ormai anziano, sembra cedere il passo alla drammaticità di Giovanni. Entrambi diressero un cantiere numeroso e ben organizzato, che lavoro alacremente per portare a termine i lavori in un breve arco di tempo, realizzando un monumento raffinato, complesso e di grande levatura artistica. I frammenti qui esposti furono tolti in seguito allo smontaggio della Fontana durante la seconda guerra mondiale, e mai più ricollocati per esigenze conservative.
Un secondo gruppo, costituito da Grifi e leoni alati, attestato sulla sommità della fontana almeno dal 1519, fungeva da automa mobile azionato dall'acqua. La qualità stilistica e la tecnica fusoria sono assal superiori rispetto a quelle delle tre Portatrici d'acqua a riprova degli alti livelli raggiunti dalla produzione bronzea in Umbria sin dalla seconda metà del Duecento.