Il messale non era in origine destinato al Duomo di Torino, ma vi pervenne probabilmente come dono di Gerolamo della Rovere, arcivescovo della diocesi dal 1564. Eseguito forse a Roma, dove Domenico passò la maggior parte della sua vita, a con tatto con il fervido ambiente culturale della curia di papa Sisto IV, risente del cli ma classicista e del gusto antiquario al qua le il cardinale era molto attento. L'eccezionale perizia tecnica delle miniature è legata all'attività di Francesco Marmitta come gioielliere e intagliatore di gemme.