Proveniente dalla cappella della Santa Croce in San Domenico a Modena, per cui Ferrari aveva eseguito anche un ciclo di affreschi ora perduti, la pala d'altare si colloca alla metà del percorso dell'artista e mostra come egli, pur mantenendosi fedele alle radici ferraresi nell'espressività dei volti, si sia aggiornato guardando al bolognese Francesco Francia, in particolare per la figura del Crocefisso, e al veneziano Giovanni Bellini nella moderna resa atmosferica del paesaggio.